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ÀÛ¼ºÀÏ : 18-10-14 08:44
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½Ã³ëµå ÀüüȸÀÇ¿¡¼­ ¹ßÇ¥ 2018³â 10¿ù 5ÀÏ(±Ý)

¿À´ÃÀÇ ´ëÇѹα¹ û³â

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1. ¸ÕÀú ÇÁ¶õÄ¡½ºÄÚ ±³È²´Ô²²¼­ 2014³â ÀúÈñ ´ëÀü±³±¸¿¡¼­ ¿­¸° Á¦6ȸ ¾Æ½Ã¾Æ û³â´ëȸ¿¡ Âü¼®Çϼż­ ¾Æ½Ã¾ÆÀÇ ÀþÀºÀ̵鿡°Ô ¿ë±â¿Í Èñ¸ÁÀ» ÁÖ¼ÌÀ½¿¡ °¨»çµå¸®°í ½Í½À´Ï´Ù. ¾Æ½Ã¾ÆÀÇ ¸¹Àº ³ª¶óµéÀº ¾ð¾î, ¹®È­, ¹ÎÁ·ÀûÀ¸·Î ¼­·Î ´Ù¸£±â¿¡ ±× ¸¹Àº ³ª¶óµé¿¡¼­ ¿Â ÀþÀºÀÌ »çÀÌÀÇ ±íÀº Ä£±³¸¦ ÀÌ·ê ¼ö ÀÖÀ»Áö¿¡ ´ëÇÑ ¿ì·Á°¡ ÀÖ¾ú½À´Ï´Ù. ±×·¯³ª ÇÁ¶õÄ¡½ºÄÚ ±³È²´Ô²²¼­´Â ¾Æ½Ã¾ÆÀÇ ÀþÀºÀ̵éÀ» ¸¸³ª½Ã¸é¼­ Áï½Ã ±×µéÀÇ ¸¶À½À» ¿­°Ô ¸¸µå¼Ì½À´Ï´Ù. ÀÌ·¸°Ô ±³È²´Ô²²¼­´Â ¾Æ½Ã¾ÆÀÇ ÀþÀºÀ̵鿡°Ô »Ó¸¸ ¾Æ´Ï¶ó û³â »ç¸ñ¿¡ Çå½ÅÇÏ´Â »ç¸ñÀڵ鿡°Ôµµ Å« ¿ë±â¿Í Èñ¸ÁÀ» Áּ̽À´Ï´Ù.

2. 2016³â °Ü¿ï, Ãæ°ÝÀûÀÎ Á¤Ä¡-°æÁ¦Àû ½ºÄµµéÀ» ¾Ë°Ô µÈ ´ëÇѹα¹ÀÇ ¼ö¹é¸¸¸íÀÇ ±¹¹ÎµéÀº ÃкÒÀ» µé°í ±¤Àå¿¡ ¸ð¿© ´ëÇѹα¹ »çȸ°¡ ´õ¿í Á¤ÀÇ·Î¿î »çȸ°¡ µÉ °ÍÀ» ¿ä±¸ÇÏ¿´½À´Ï´Ù. ÇÑ ´ÞÀÌ ³Ñ´Â ±â°£ µ¿¾È ¼ö½Ê¹øÀÇ Áýȸ°¡ ÀÖ¾úÁö¸¸ ´Ü ÇÑ ¸íÀÇ ºÎ»óÀÚµµ ³ª¿ÀÁö ¾Ê¾Ò´ø ÆòÈ­·Î¿î Áýȸ¸¦ À̲ø°í °¬´ø À̵éÀº ´ëºÎºÐ 10´ë¿¡¼­ 30´ëÀÇ ÀþÀºÀ̵éÀ̾ú½À´Ï´Ù. ¸¹Àº ¼öÀÇ ±â¼º¼¼´ë°¡ À̱âÀûÀ̶ó°í »ý°¢Çß´ø û³âµéÀº ¿ÀÈ÷·Á ÀÚ±âÀÇ ½Ã°£°ú µ·À» µé¿©°¡¸ç Á¤ÀÇ·Î¿î »çȸ¸¦ ÀÌ·ç±â À§ÇÑ ¿­Á¤À¸·Î ºñÆø·ÂÀÇ Çõ¸íÀ» ÀÌ·ç¾î³Â½À´Ï´Ù. û³âµéÀº Áö³­ ½Ã´ëÀÇ »ç¶÷µéÀÌ »ç¿ëÇÏ´ø ½ÃÀ§ ¹æ½ÄÀÎ Æø·ÂÀ̳ª ÀúÁÖ°¡ ¾Æ´Ñ ³ë·¡¿Í °ø¿¬, Áï ¹®È­Àû Ç¥ÇöÀ» ½ÃÀ§ÀÇ µµ±¸·Î »ï¾Ò°í Àú¸¶´Ù ¼Õ¿¡ µç ÃкÒÀº ±× ¿­Á¤°ú ÆòÈ­ÀÇ »ó¡À̾ú½À´Ï´Ù.

3. ¶ÇÇÑ Àú´Â û³âµé ¾È¿¡¼­ ¹ß°ßµÇ´Â °¡³­ÇÑ À̵鿡 ´ëÇÑ ¿¬´ë¿¡ ÁÖ¸ñÇؾßÇÑ´Ù°í »ý°¢ÇÕ´Ï´Ù. ½ÅÀÚ Ã»³â »Ó¸¸ ¾Æ´Ï¶ó ºñ½ÅÀÚ Ã»³âµé±îÁöµµ Àú¸¶´ÙÀÇ »çÁ¤¿¡ µû¶ó ¼¼°è °÷°÷¿¡ ÀÖ´Â °¡³­ÇÑ À̵é°ú ¿¬´ëÇÏ°í ÀÖ½À´Ï´Ù. ¼¼»óÀÇ ºÒ°øÁ¤À» Å¿ÇÏ´Â °Í¿¡¼­ ¸ØÃßÁö ¾Ê°í, ÀÚ±â ÀÔÀå¿¡¼­ ¾î·Á¿î óÁö¿¡ ÀÖ´Â À̵éÀ» À§ÇØ ÇÒ ¼ö ÀÖ´Â ÀÏÀ» ã°í ÀÖ´Â °ÍÀÔ´Ï´Ù. ¸¹Àº û³âµéÀÌ ÀüÀïó·³ ¾î·Á¿î Ãë¾÷ÀÇ °æÀï ¼Ó¿¡¼­µµ Àڽź¸´Ù ´õ ¾î·Á¿î óÁö¿¡ ÀÖ´Â »ç¶÷µéÀ» À§ÇØ ±â²¨ÀÌ ÀÚ½ÅÀÌ °¡Áö°í ÀÖ´Â Àç´É°ú ½Ã°£À» ¾î·Á¿î ÀÌ¿ô°ú ³ª´©°í ÀÖ½À´Ï´Ù.

4. ÃкҽÃÀ§¿Í °¡³­ÇÑ À̵éÀ» ÇâÇÑ ´Ù¾çÇÑ ¹æ½ÄÀÇ ¿¬´ë´Â ¸¹Àº û³âµéÀÌ ¾ó¸¶³ª ¹Î°¨ÇÏ°Ô ½Ã´ëÀÇ Â¡Ç¥¸¦ Àаí ÀÖ´ÂÁö¸¦ º¸¿©ÁÝ´Ï´Ù. ±×µéÀº »õ·Î¿î ½Ã´ëÀÇ »õ·Î¿î ¹æ½ÄÀ¸·Î °¡½¿ ¾È¿¡ ÀÖ´Â ÇÏ´À´Ô°ú ¼±¿¡ ´ëÇÑ ¿­¸ÁÀ» ÀÌ¹Ì Ç¥ÇöÇÏ°í ÀÖ½À´Ï´Ù. ±³È¸´Â ±×µé ¾Õ¿¡¼­ ±×¸®°í ±×µé °ç¿¡¼­ ±×µéÀ» µ¿¹ÝÇÏ°í ÀÌÇØÇØÁÖ¾î¾ß ÇÕ´Ï´Ù. µÎ·Á¿ò ¾øÀÌ »çȸ Á¤ÀǸ¦ ºÎ¸£Â¢°í, °¡³­ÇÑ À̵é°ú ¿¬´ëÇÏ·Á´Â û³âµé¿¡°Ô µ¶Àç Á¤±Ç°ú ŸÇùÇÏÁö ¾Ê¾Ò´ø ±è¼öȯ ½ºÅ×Æijë Ãß±â°æ´ÔÀº ¿À´Ã³¯±îÁöµµ ´ëÇѹα¹ÀÇ Ã»³âµé¿¡°Ô Á¾±³¸¦ ÃÊ¿ùÇÑ ¸ðµ¨·Î ³²¾ÆÀÖ½À´Ï´Ù. ±è¼öȯ Ãß±â°æ´ÔÀÌ °¡³­ÇÑ À̵éÀ» µ¹º¸°í, »çȸÀÇ Á¤ÀÇ¿Í ÀαÇÀ» ¿ËÈ£ÇÏ´ø ½Ã±â´Â ¶ÇÇÑ Çѱ¹ õÁÖ±³È¸ ¿ª»ç¿¡ °¡Àå ¸¹Àº û³âµéÀÌ ¼¼·Ê¸¦ ûÇÏ´ø ½Ã±âÀ̱⵵ Çß½À´Ï´Ù.

5. ¿À´Ã³¯ÀÇ Ã»³âµéÀ» ÀÌÇØÇÏ´Â ¶Ç ´Ù¸¥ Å°¿öµå·Î Àú´Â dz¿ä ¼ÓÀÇ ¿Ü·Î¿òÀ» ²Å°í ½Í½À´Ï´Ù. SNSÀÇ ´ëÁßÈ­·Î Çö´ëÀÇ Ã»³âµéÀº ±× ¾î´À ½Ã´ëº¸´Ù ´Ù¾çÇÑ Àΰ£°ü°è¸¦ ¸Î°í Á¤º¸¸¦ ±³·ùÇÏ¸ç »ì¾Æ°¡°í ÀÖÁö¸¸, ÇÑÆíÀ¸·Î´Â ±× ¾î´À ½Ã´ëÀÇ Ã»³âµéº¸´Ù ¡°Ç³¿ä¼ÓÀÇ °íµ¶¡±À̶ó°í ºÎ¸¦ ¼ö ÀÖ´Â Áöµ¶ÇÑ ¿Ü·Î¿ò¿¡ ±«·Î¿öÇÏ°í ÇÏ°í ÀÖ½À´Ï´Ù. ´ëÇѹα¹ÀÇ ¸¹Àº û³âµéÀº ¼ö¹é, ¼öõ¸íÀÇ SNS Ä£±¸¸¦ °¡Áö°í ÀÖÁö¸¸, Á¤ÀÛ ¸¶À½À» Åͳõ°í À̾߱⸦ ³ª´­ Ä£±¸¸¦ ´Ü ÇÑ ¸íµµ °®Áö ¸øÇÏ°í »ì¾Æ°©´Ï´Ù. ±×µé °¡¿îµ¥ ÀûÁö ¾ÊÀº À̵éÀÌ ½º½º·Î ¸ñ¼ûÀ» ²÷±âµµ ÇÕ´Ï´Ù. ¾î¶² À̵éÀº °¡Â¥ ¸¸Á·À» ÁÖ´Â »çÀ̺ñ ´Üü¿¡ ºüÁ®¼­ ȸº¹Çϱ⠾î·Á¿î Á¤½ÅÀû ¹°ÁúÀû ÇÇÇظ¦ ÀԱ⵵ ÇÕ´Ï´Ù. ÀÌ·¸°Ô ½ÇÁ¸Àû ¿Ü·Î¿òÀ̶ó´Â ¹«°Ô´Â Çö´ë»çȸÀÇ ±× ¾î¶² ¾î·Á¿òº¸´Ù ¹«°Ì°Ô û³âµéÀ» Áþ´©¸£°í ÀÖ½À´Ï´Ù. ±³È¸ÀÇ »ç¸ñÀÚµéÀº ÀڽŵéÀÌ ±×µé ÇÑ »ç¶÷ ÇÑ »ç¶÷¿¡°Ô ÆİߵǾî ÀÖ´Ù´Â °ÍÀ» ±ú´Þ¾Æ¾ß ÇÕ´Ï´Ù. ±³È¸°¡ ÷´Ü Á¤º¸ ±â¼ú·Î »çȸ¸¦ ¼±µµÇÒ ¼ö´Â ¾øÀ» °ÍÀÔ´Ï´Ù. ±×·¯³ª ±³È¸´Â Á¤º¸ ±â¼úÀÌ Ã¤¿öÁÙ ¼ö ¾ø´Â Àΰ£ÀÇ ½ÇÁ¸ÀûÀÎ ¸ñ¸¶¸§À» ä¿öÁÙ ¼ö ÀÖ½À´Ï´Ù.

6. ÇÁ¶õÄ¡½ºÄÚ ±³È²´Ô²²¼­´Â ´ç½ÅÀÇ ±³È²Á÷ ÃʱâºÎÅÍ ¡°¹ÛÀ¸·Î ³ª°¡´Â ±³È¸¡±ÀÇ ¸ð½ÀÀ» °­Á¶Çϼ̽À´Ï´Ù. ±³È¸ÀÇ ¸ðµç ±¸¼º¿øµéÀº ÀÚ½ÅÀÇ »ý¸íÀ» ³ª´©¾îÁÙ ¶§, ´õ¿í Ã游È÷ »ý¸íÀ» »ì ¼ö ÀÖ½À´Ï´Ù. Á¤ÀÇ¿¡ ¸ñ¸»¶óÇÏ´Â À̵鿡°Ô, »çȸÀû ¾àÀÚµéÀ» ´ëÇÑ ±íÀº ¿¬´ë¸¦ ´À³¢´Â À̵鿡°Ô, ÂüµÈ Ä£±³¿¡ ¸ñ¸»¶óÇÏ´Â À̵鿡°Ô ±³È¸´Â ´õ¿í °ú°¨È÷ ´Ù°¡°¡¾ß ÇÕ´Ï´Ù. ±³È¸ ³»¿¡ û³âµéÀÌ º¸ÀÌÁö ¾Ê´Â´Ù°í ºÒÆò¸¸ Çؼ­´Â ¾ÈµË´Ï´Ù. û³âµéÀÌ ±³È¸¿¡ ã¾Æ¿À±â¸¸À» ±â´Ù·Á¼­´Â ¾ÈµË´Ï´Ù. ±×·± ¸ñÀÚ´Â ÂüµÈ ¸ñÀÚ°¡ ¾Æ´Õ´Ï´Ù. ÂüµÈ ¸ñÀÚ´Â ¾çÀ» ã¾Æ ³ª°©´Ï´Ù. Ç×±¸¿¡ ¹­¿©ÀÖ´Â ¹è´Â ¾ÈÀüÇÏÁö¸¸ ¹è´Â ±×·¯¶ó°í ¸¸µé¾îÁöÁö ¾Ê¾Ò½À´Ï´Ù.

7. Çѱ¹ õÁÖ±³È¸´Â ¼±±³»çµéÀÇ ¼±±³·Î ½ÃÀÛµÇÁö ¾Ê¾Ò½À´Ï´Ù. Á¶¼±ÀÇ ÀþÀºÀ̵éÀº Áø¸®¸¦ ã´Ù°¡ °¡Å縯±³È¸¸¦ ¾Ë°Ô µÇ¾ú°í, °¡Å縯±³È¸¸¦ ÅëÇØ ÇÏ´À´ÔÀ» ¾Ë°Ô µÇ¾ú½À´Ï´Ù. ±×¸®°í ÇÏ´À´Ô¿¡ ´ëÇÑ ½Å¾ÓÀ» ¸ñ¼û°úµµ ¹Ù²ÙÁö ¾Ê¾Ò½À´Ï´Ù. Áø¸®ÀÇ ±¤Ã¤°¡ û³âµéÀ» »ç·ÎÀâ¾Ò´ø °ÍÀÔ´Ï´Ù. ÀÌ·¸°Ô Ãʱâ Çѱ¹±³È¸ÀÇ ÁÖÀΰøµéÀº Æò½Åµµ ÀþÀºÀ̵éÀ̾ú½À´Ï´Ù. ±×·¯³ª Áö³­ ¸î½Ê³â µ¿¾È ¼º¼Ò¶ó´Â ´Ü¾î´Â ÁÖ·Î »çÁ¦¼º¼Ò¿Í ¼öµµ ¼º¼Ò¸¦ °¡¸®Å°´Â ¸»·Î ÇÑÁ¤ÀûÀ¸·Î »ç¿ëµÇ°ï ÇÏ¿´½À´Ï´Ù. ÀÌÁ¦´Â ´Ù½Ã û³âµéÀÌ ÀڽŵéÀÇ °íÀ¯ÇÑ Æò½Åµµ ¼º¼Ò¸¦ ã°í »ì¾Æ°¥ ¼ö ÀÖµµ·Ï µµ¿ÍÁÖ¾î¾ß ÇÕ´Ï´Ù. Áø¸® ÀÚüÀ̽ŠºÐÀÌ Ã»³â ÇÑ »ç¶÷ ÇÑ »ç¶÷À» ¼ºÈ­ÀÇ ±æ·Î ºÎ¸£½Å´Ù´Â °ÍÀ» ±ú´Ý°Ô ±¸Ã¼ÀûÀ¸·Î µµ¿ÍÁÖ¾î¾ß ÇÕ´Ï´Ù.

 

I giovani coreani di oggi
La ricerca della giustizia sociale e della solidarietà con i poveri,
la solitudine esistenziale e la vocazione laicale
Lazzaro You Heung-sik. Vescovo di Daejeon. Corea
- Testo integrale -

1. Innanzitutto, vorrei esprimere la mia gratitudine al Santo Padre Francesco per essersi recato nella Diocesi di Daejeon nel 2014, in occasione della Sesta Giornata della Gioventù asiatica. Durante i giorni della Sua permanenza in Corea, Papa Francesco ha dato grande coraggio e speranza ai giovani asiatici. Dal momento che il continente asiatico è caratterizzato da varie lingue, culture ed etnicità avevo previsto qualche difficoltà nel costruire una comunione profonda tra i giovani partecipanti all¡¯evento. Invece, sin dal momento dell¡¯incontro con Papa Francesco, i giovani asiatici hanno aperto i loro cuori. Così il Papa ha regalato una grande speranza anche ai pastori che prestavano e prestano il servizio pastorale per i giovani.

2. Nell¡¯inverno 2016, milioni di Coreani, venuti a conoscenza degli scandali di carattere politico-economico, si sono riuniti in varie piazze di alcune grandi città con le candele in mano per chiedere maggiore giustizia nella società coreana. I protagonisti di queste manifestazioni pacifiche sono stati principalmente i giovani (adolescenti, ventenni e trentenni). Anche se la manifestazione è durata più di cinque mesi, coinvolgendo milioni di persone, non c¡¯è stato nessun ferito. Molti anziani avevano pensato che i giovani del nostro tempo fossero piuttosto egoisti; al contrario, i giovani, spendendo volentieri tempo e denaro, hanno potuto compiere la rivoluzione non violenta con la propria passione per una società più giusta, utilizzando diverse espressioni culturali, quali canzoni e performance, come strumenti di manifestazione. Questo modo di protestare è stato completamente diverso da quello della generazione precedente che aveva utilizzato metodi volenti. Le candele in mano delle singole persone erano il simbolo stesso dell¡¯espressione pacifica e appassionante dei giovani.

3. Vorrei, inoltre, sottolineare la grande apertura ai problemi del mondo che caratterizza i nostri giovani, non solo quelli cattolici, ma anche i non cattolici, che cercano di esprimere, in vari modi, la propria solidarietà verso i poveri e gli emarginati, sia in Corea che all¡¯estero. Essi, piuttosto che restare immobili criticando l¡¯ingiustizia del mondo, stanno cercando di fare qualcosa, anche di piccolo, per aiutare i bisognosi, secondo le proprie possibilità. Come è noto, la società coreana è estremamente competitiva e la maggior parte dei nostri giovani hanno difficoltà nel trovare lavoro. Nonostante ciò, sono molti i giovani che condividono volentieri i propri talenti e il proprio tempo con le persone che si trovano in situazioni difficili.

4. ¡°Le manifestazioni con le candele¡± e ¡°la solidarietà espressa in vari modi con i bisognosi¡± dimostrano quanto i giovani leggano effettivamente i ¡°segni dei tempi¡± e riescano a manifestare il proprio interesse per Dio e il bene in con uno stile attuale e adatto al nostro tempo. La Chiesa dovrebbe accompagnarli e comprenderli restando accanto a loro e davanti a loro. Sua Eminenza, il compianto Cardinale Stefano Kim Sou-hwan, il primo Cardinale della Chiesa in Corea, che zelantemente difese i diritti dei poveri e degli emarginati, rimane ancora un modello per i giovani coreani, sia cattolici che non cattolici, che senza paura chiedono la giustizia sociale e la solidarietà con i poveri. Nella storia della Chiesa in Corea, gli anni Settanta, Ottanta e Novanta, durante i quali il Cardinale Kim si prestava per i pover e gli oppressi della società, sono stati il periodo in cui il maggior numero di giovani ha chiesto di essere battezzato nella fede cattolica.

5. Un¡¯altra parola-chiave per la comprensione dei giovani della nostra epoca è la cosiddetta ¡°solitudine in abbondanza¡±. Grazie alla popolarità dei social network, i giovani, da un lato, possono relazionarsi con molte persone e comunicare in vari modi in tempo reale. Tuttavia, dall¡¯altro lato, paradossalmente, essi soffrono di una solitudine terribile: sofferenza che forse i giovani delle generazioni precedenti non hanno conosciuto. Molti giovani coreani hanno centinaia e migliaia di amici online, ma non hanno nemmeno un amico reale con cui possano confidarsi. Purtroppo, non pochi fra loro finiscono le proprie vite con il suicidio o diventano preda di inaffidabili organizzazioni religiose o non religiose, nella speranza di godere una soddisfazione sentimentale o emozionale, rischiando seri danni mentali e materiali. Considero personalmente che la solitudine esistenziale sia il dolore più sentito che opprime i giovani della nostra epoca. I Pastori della Chiesa devono rendersi conto che essi sono ¡°inviati¡± alle singole persone. La Chiesa non potrà mai essere all¡¯avanguardia nell¡¯alta tecnologia, ma può donare alle persone Gesù il Salvatore, che è l¡¯unico in grado di dare soddisfazione alla sete esistenziale dell¡¯uomo, che la tecnologia non potrà mai fare.

6. Il Santo Padre Francesco, fin dall¡¯inizio del suo pontificato, ha parlato di ¡°Chiesa in uscita¡±. Tutti i membri della Chiesa possono vivere pienamente la vita cristiana purché condividano le proprie vite con gli altri. Pertanto, dovremmo avvicinarci ancora più attivamente ai giovani che hanno sete di giustizia sociale, esprimono profonda solidarietà verso i bisognosi ed hanno desiderio di comunione vera e autentica. Non giova a nessuno lamentarsi perché non si vedono i giovani nelle parrocchie e non basta più aspettare che i giovani vengano nelle parrocchie. I veri pastori escono per stare insieme alle pecore. La nave ancorata al porto sembra sicura, ma nessuno la costruisce solo per tale motivo. La nave della salvezza deve salpare verso il mondo!

7. L¡¯inizio della Chiesa in Corea non fu dovuto alle attività dei missionari stranieri, ma grazie all¡¯aspirazione dei giovani coreani che cercavano la verità. Cercando la verità trovarono la Chiesa cattolica e, attraverso essa, conobbero Dio Padre. Una volta trovato il Creatore e il Redentore del mondo, non cambiarono la fede con nessun¡¯altra cosa, persino le proprie vite terrene, perché furono catturati dalla luce della verità. Così i primi protagonisti della Chiesa in Corea furono i fedeli laici. Tuttavia, nell¡¯ambiente della Chiesa in Corea, per diversi decenni nel passato, la parola ¡°vocazione¡± è stata utilizzata solitamente solo per indicare la vocazione sacerdotale o religiosa. Ora, dovremmo far notare ai giovani laici che il Signore, la verità stessa, li ha chiamati alla vocazione laicale, cioè, alla via della santificazione.


 
   
 

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